«Secondo te chi vince il Giro?»
«Simoni»
«Ma non corre più da un pezzo…»
«Alura veinsa un stranier»
(probabile dialogo tra pensionati al bar davanti al bianchino)
Ci siamo. Dopo un anno di attesa, il solito ciclo di Classiche in giro per l’Europa ecco il momento del Giro d’Italia. La corsa a tappe per eccellenza è pronta al via e insieme a lei non possono mancare i tifosi sparsi ovunque nel paese, tifosi che vivono ogni tappa in modo diverso…
CICLISTI DA SALOTTO – C’è chi la bicicletta riesce a guardarla soltanto in televisione: già vederla in cantina e pensare di utilizzarla per macinare qualche chilometro in campagna è un’idea folle, a meno che non ci siano almeno 25 gradi ed un sole splendente. Il ciclista da salotto apprezza anche le cronometro che da tanti sono considerate come una noia mortale: appena ha un giorno libero si fionda sul divano. A schiodarlo può essere solo un attacco in salita, di quelli seri. Preso dall’euforia potrebbe anche pensare di replicare l’impresa del beniamino di turno salvo poi inchiodarsi sulle asperità del primo cavalcavia.
C’è proprio chi esagera…
VOGLIO LA SALITA – Chi invece non vuole proprio perdersi le salite più dure è ben disposto a chiedere qualche giorno di ferie e partire almeno la sera prima della tappa per seguire ed incitare i propri beniamini. Inutile dire che ci sarà come minimo un cielo coperto ed una temperatura che definire invernale è riduttivo. Il sommo della sfiga è la modifica della tappa per neve ma quale migliore occasione per farsi una polenta in qualche baita sperduta nel nebbione?
IL COMMENTATORE – Non contento di telecronaca e commento tecnico forniti dalla RAI, esiste anche chi proprio non ce la fa a non dire la sua davanti alla televisione. Seguire una tappa con un commentatore diventa peggio di farsi il Pordoi in city bike. Ad ogni curva non mancherà di criticare la scelta di ruote, gestione del gruppo e delle fughe: meglio evitare…piuttosto andate al bar…
…BAR SPORT – Seguire una tappa del Giro al bar è un’esperienza che ognuno dovrebbe fare nella vita. Spesso ci si ritrova in compagnia di gruppetti di pensionati forse lì dalla mattina del giorno precedente. Il confine tra ciclismo e altri sport diventa piuttosto sottile e talvolta c’è chi confonde anche qualche nome. Ci vuole un attimo a trasformare Pozzovivo in Montolivo…che uno faccia il calciatore e l’altro il ciclista poco importa…in ogni caso le previsioni sul vincitore di tappa saranno sempre azzeccate, anche quando clamorosamente sballate. Ci vuol poco del resto:
«Me t’le va dit ca vinsiva mia un italian…»
(commento da bar ogni volta che vince un ciclista straniero)